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giovedì 10 dicembre 2015

Il lieto fine, poi la lotta...

bene... ci siamo lasciati a Barcelona..credo fosse 5 giorni fa, ma per noi è passata una vita..

Giovedì mattina abbiamo preso un caffè con Neus, la nostra gentile ospite, e le abbiamo fatto pescare la Carta, che avrebbe segnato la nostra successiva tappa..

Lieto fine/nozze
l'eroe si sposa e vissero felici e contenti


e così ci siamo messi in macchina a domandarci come potesse esserci un lieto fine in un viaggio che è solo all'inizio, abbiamo fatto una lunga passeggiata al mare poi proseguito verso Saragoza, dove ci attendeva la nostra prima esperienza di couchsurfing.. 




a casa di Pablo e Ana, una bella coppia con un figlio di un anno, con cui abbiamo condiviso pasti, pensieri, sogni e paure di genitori e di viaggiatori. Abbiamo fatto un po' i turisti per Saragozza, dove c'è una delle Cattedrali più grandi e più belle che abbia mai visto, ci siamo ambientati e adattati all'idea di essere in Spagna, e anche da qui, carichi di entusiasmo, e senza ancora aver capito con chiarezza a cosa si riferisse la carta, siamo ripartiti, lasciando che fosse la nostra piccola gnoma a pescare la carta successiva....


La lotta

L'eroe si sfida con l'antagonista in un duello



e lotta fu...

sabato notte ce la siamo passata in macchina....

Ci siamo ritrovati a tarda notte ad Alcoj, un paese di montagna dove vivono i genitori di Neus, l’amica che ci ha ospitato a Barcelona... dormito un paio d'ore, accanto a una squallidissima stazione di servizio, attenti a far si che Marta rimanesse sempre al caldo, alle 7 ci siamo rimessi on the road, e siamo arrivati a Banyeres, un paesino arroccato sulla montagna, dove vive la nonna di 88 anni di Neus.


Prima di andare alla ricerca della nonnina, di cui non sappiamo l'indirizzo e che non sa del nostro arrivo,  ogni caso ci fermiamo a bere un tè caldo nell’unico bar aperto, e la signora ci da l’indirizzo della nonnina... arriviamo lì e apprendiamo che è partita, ma la sua dirimpettaia coetanea e le figlie ci invitano ad entrare mobilitando tutto il paese, via whatzzap, per sapere dove sta... morale non c’è.. è ad Alcoj, la chiamano, lei risponde, ma non parla... è sorda, ci dicono.. e con una notte in bianco sulle spalle il tutto raggiunge dei toni ancora più surreali.

A questo punto, infreddoliti ma anche rinvigoriti dall'aria pungente e dai colori tenui dell'alba andiamo nel bosco, lungo il fiume a cercare il mulino di un certo Miguelet, ma anche il mulino non si trova.

La lotta è vinta, abbiamo sorriso, siamo rimasti uniti, resistito alla tentazione di accusarci a vicenda per lo spiacevole contrattempo e abbiamo pensato solo a tenere il nostro cucciolo al caldo e non demoralizzarci... Stanchi, spossati, ma felicissimi di stare finalmente un po' in natura siamo andati a mangiare nel ristorante più chic di Baneres, dove con meno di 20 euri ci siamo garantiti 2 pasti caldi, e soprattutto l’indirizzo dell’ostello immerso nelle montagne da cui vi scrivo, dove ci siamo ricaricati di cibo, di sonno, di pace, di cordialità... dove finalmente dopo giorni di viaggi, città, affanni, siamo riusciti teneramente ad addormentare la nana e coccolarci un po' anche noi... dove ci siamo fermati alla fine altre 3 notti (una qui,le altre due in un motel del paese vicino, perchè non c'era più posto)  a ricaricarci, per ripartire verso la meta... e adesso devo scappare perche siamo in procinto di partire per Granada, e ci sono un po' di cosette da fare.....




Presto nuovi aggiornamenti, nuove carte di Propp, e se trovo il tempo altre sezioni a tema... vorrei fare una gallery, e una sezione dedicata ai luoghi visitati, con consigli, dritte etc...





martedì 1 dicembre 2015

Addio Mamma Roma bella!!

L’infrazione
Il divieto è infranto. Entra in scena l’antagonista che turba la pace della famiglia

24/11

Roma.. difficilissimo trovare il tempo per scrivere in questa città che ti cattura e ti tritura, spremendoti tutta la tua energia...
Anyway... siamo a Roma da ormai due settimane...  il viaggio da San Severo è stato a dir poco meraviglioso.. per l’occasione abbiamo arruolato anche un nuovo compagno di viaggio, Francesco, un vecchio amico di Antonio attualmente residente a Panama, e con lui abbiamo iniziato il nuovo gioco del viaggio: ogni partenza, ogni tappa, una carta di Propp, pescata a caso nel mazzo.. a indicarci la prossima sfida... ed ecco la nostra prima carta:
L’infrazione
Il divieto è infranto. Entra in scena l’antagonista che turba la pace della famiglia.



E in effetti la metropoli, le piccole incomprensioni quotidiane, le interferenze e i consigli non richiesti di parenti e amici, i nervosismi di Marta per i dentini e i troppi cambiamenti, un po’ alla prova ci hanno messo... ma credo di poter dire serenamente che alla fine abbiamo vinto noi..

Due giorni fa abbiamo fatto una piccola cerimonia per Marta, si è mangiato, bevuto, piantato un albero, insieme alla famiglia e agli amici.. ed ora siamo (quasi) pronti a ripartire..


26/11

Ieri sera è tornato Michele, il mio amico che ci ha prestato casa a Roma, il suo entusiasmo da post viaggio, dopo 40 gg di Sudamerica ci ha aiutato a capire che è arrivato il momento di salpare, dopo esserci coccolati un po’ Michele ovviamente
stiamo uscendo dalle sabbie mobili romane... ancora non abbiamo fatto il biglietto ma poco ci manca... già il biglietto, perché nonostante il viaggio sia appena iniziato abbiamo già cambiato programma... niente più itinerario lungo, si parte in nave Civitavecchia Barcelona e si gira un po’ di Spagna. E proveremo a fare couchsurfing, così da ricaricarci con un po’ d’incontri e di storie...

L’antagonista è sconfitto... presto sarà ora di pescare una nuova carta... Un’altra carta, un altro carico di macchina, un’altra città, nuove storie da vivere e da ascoltare, sperando di partire ogni volta più leggeri...


1/12

Ci siamo... stiamo caricando macchina e poi si parte... alle 22 salperemo da Civitavecchia per svegliarci in acque spagnole.....


Hasta pronto!!!

domenica 8 novembre 2015

Si, viaggiare



O anche.. a volte ritornano

Rieccomi qui...
Dove sono stata tutto questo tempo? A innamorarmi, a fare una figlia, insomma mica roba da poco.. diciamo che scrivere un blog sulla mia dolce attesa mi pareva davvero troppo personale, e di viaggi e lavori ce ne sono stati pochi... quindi mi sono presa una lunga pausa... e ora rieccomi.
Di nuovo in viaggio... solo che stavolta non sono sola... solo che stavolta non è previsto ritorno...

Ma procediamo con ordine... intanto vi presento la mia nuova famiglia.
Ci sono io, che, più o meno sono sempre io... un po’ più mamma, un po’ meno single giramondo a caccia di storie.. ma sempre io..

Poi c’è Antonio... l’uomo che mi ha letteralmente e piacevolmente stravolto la vita... e nel corso del viaggio ve lo farò conoscere...

E poi... rullo di tamburi.... last but not least.. da 5 mesi e mezzo (più 9) c’è Marta... ed è soprattutto per Marta che mi sono decisa ad iniziare questo viaggio.. a lasciare una terra che ho amato ma che al momento non ha molto da offrirmi.. a caricare tutto in macchina e partire verso l’ignoto...


Destinazione: Tenerife
Tappe Previste: San Severo-Roma-Firenze-Bologna-Milano-Torino-Marsiglia-Barcellona-Madrid per poi imbarcarsi a Huelva o Cadiz alla volta delle Canarie... m ovviamente siamo ben disposti a deviare dall’itinerario per lasciarci sorprendere dalla vita


Il viaggio è iniziato ufficialmente il 2 Novembre, quando, alle 15 circa, macchina carica all’inverosimile, nonostante avessimo già affrontato un mese fa un primo trasloco, con annessa cernita, e ancora abbiamo buttato, regalato, venduto tonnellate di cose, siamo partiti alla volta di San Severo, a casa dei genitori di Antonio, a farci un po’ coccolare, a salutare, a lasciare un po’ di cose, a prendere energie, a sistemare la macchina.

A San Severo ci ero stata circa 10 anni fa, coi miei amici di sempre, Michele, Joanito, Riccardo ed Enrico. In bicicletta. Uno dei viaggi più belli che abbia mai fatto.. da Campobasso a San Severo, tour pedalante del Molise con gran finale sulle coste garganiche... a San Severo in realtà ci eravamo passati di striscio.. giusto per salire di corsa su un treno che ci riportasse a Roma.. uno di quei posti in cui passando di fretta ti dici che ci sono ottime probabilità che non ci tornerai mai... e invece...

E invece mi ritrovo qui, consapevole che tornerò anche spesso... in questi giorni viviamo tutti in uno stato di sospensione.. Antonio alle prese con il ritorno in famiglia, io con l’imparare a sentirmi in famiglia, Marta a conoscere i nonni, farsi viziare e coccolare.. e poi c’è lo svezzamento, appena iniziato, che la impegna non poco. Non mi addentrerò nei dettagli su pappine, cacche, pannolini etc. perché il blog era e rimane un blog di viaggi e raccolta di storie, e poi perché mi rifiuto di vedere me stessa come una di quelle mamme che all’improvviso parlano solo dei loro figli... però non posso nemmeno fingere che la mia vita non sia completamente cambiata e al momento Marta non sia la mia principale occupazione, quindi mi basta dirvi che vedere la mia cucciola che inizia a esplorare il mondo dei sapori, delle consistenze, degli odori è un’emozione grandissima, e una grande occasione per riscoprirci anche noi.. tralaltro Antonio, cuoco eccellente e fantasioso, ha  scoperto di essere allergico praticamente a tutto e sta iniziando un percorso di valorizzazione di quelle pochissime cose che ancora può mangiare.. e la coincidenza con lo svezzamento, e le mie letture sull’autosvezzamento ci sta portando ad avventurarci insieme in un viaggio culinario fatto sì di rinunce, ma anche di riscoperte, di voglia di mangiare bene, facendo coincidere salute e gusto. E Marta, con il suo palato vergine e curioso è la nostra super mascotte...

Dunque adesso ricominciare il blog significa ritrovare un angolo solo mio in un cammino che è diventato a 3... sarò sempre io a raccontare ma i racconti saranno generati da 3 vite, da 3 persone, 3 mondi... storie di viaggi, di cucina, di bimbi che crescono... e poi le storie degli altri, come sempre, degli incontri che faremo, delle strade che si apriranno, dei posti che vedremmo, e come sempre degli oggetti... degli oggetti che è bene abbandonare nel cammino, e di quelli che magari incontreremo... noi siamo carichi... voi seguiteci che ne vedremo delle belle...



venerdì 11 luglio 2014

Mediterraneo

Sono di ritorno a Sud... E ho i cuore pieno pieno pieno.....

Mentre il treno mi culla verso un meraviglioso presente penso a quest'estate.... E mi torna alla memoria questo film....

Alla Grecia, all'amicizia, all'amore, a tutti quelli che stanno scappando e a tutti quelli che hanno smesso di scappare... A Cecilia, soprattutto....

Che possa essere un'estate col botto!!!!

venerdì 4 luglio 2014

E tornar tornar tornar......

Eccomi qui, Fiumicino aeroporto, tra poco si riparte....si torna a Copenaghen...è ora di montare il nostro documentario
Un progetto da chiudere, e poi tanti nuovi da aprire... E così mi ritrovo di nuovo in aeroporto con una valigia in mano e una nuova sfida da affrontare, e tanto da imparare, da fare, da condividere. Nelle cuffie musica turca mi ricorda il mio scambio da Group leader, paetita senza tanto entusiasmo poi sono stata benissimo.... Quest'anno i viaggi sono stati tanti, diversi, tutti pieni di incontri meravigliosi, tutti formativi. Con Copenaghen credo si chiuderà un capitolo importante, cambierà il modo di viaggiare... Si torna per mare, e poi chissà... Qualcosa sta cambiando lo sento.... Sento che è il momento di mettere via il trolley e ritirare fuori lo zaino. E poi questa volta c'è qualcuno che mi aspetta, qualcuno da cui voglio tornare, e magari sognare un pezzo di strada in due (ma senza mai perdere di vista se stessi e i propri sogni)


E tornar tornar tornar....
Tra le mie braccia vuol tornar...

Arriverò qui dove sta, 
So aspettar,
Se lei vuol solo tornar.....

 

lunedì 16 giugno 2014

100 Giorni



Via avevo promesso per oggi la lista dei buoni motivi per aver vissuto.. Ma ci sto ancora lavorando, qualche contributo è già arrivato, come quello di Luca, nel commento al post CANTIERE... Qualcuno lo sto ancora aspettando....il mio è pronto, fresco fresco di oggi, giornata in mare, ricca di emozioni.... 

ma quello che ha colpito la mia attenzione e la mia anima stasera, un pensiero che da Perugia torna a Birmingham, per essere poi letto sotto le stelle del porto di Leuca, è il contributo inviatomi dalla mia amica Marta.... Lascierò quindi a lei il compito di rallegrarvi il lunedì mattina, e rimando la lista a giovedì o venerdì... Quindi continuate a mandare... Io me ne vado a dorimire cullata dalle onde... Buon inzio di settimana a tutti






15 Giugno 2013, pioveva a Birmingham proprio come il giorno del mio arrivo. Il deejay nel locale passava musica electro- swing. Alcuni abbracci e sorrisi prima di salutarci con la promessa che le nostre strade prima o poi si sarebbero incontrate di nuovo. Il volo che avrei dovuto prendere di li a poche ore mi avrebbe riportato a casa dopo 100 giorni.

100 giorni per sconfiggere vecchie paure, ansie,  per abbandonare una solida gabbia che, con grande abilità, avevo contribuito a costruirmi intorno.

100 giorni per  imparare ad usare la bicicletta contropedale, sentendomi di nuovo come una bimba insicura che ha paura di cadere. Far  poi diventare quella bici piena di fiori colorati la mia compagna di viaggio di giorno e di notte, con la pioggia e con  il sole.

100 giorni di sfide, di duro lavoro. 

100 giorni per osservare dalla finestra della mia camera quel piccolo lago, prima ghiacciato circondato dalla neve. Vedere poi arrivare la pioggia, tanta… troppa, a scioglierla tutta. E poi finalmente il sole, i colori della primavera, intensi come non li avevo mai visti prima, e la natura cominciava a cantare.

100 giorni per apprezzare davvero le rare giornate di sole come fossero istanti preziosi da catturare.

100 giorni di nuovi amici…anzi, di una nuova famiglia.

100 giorni di risate, di brindisi,  di nottate di musica a tutto volume e danze sfrenate salutandosi che è già mattina.

100 giorni per ritrovare nel silenzio un momento prezioso per ascoltare i miei pensieri, ma stavolta ascoltarli davveroPer abbandonare le aspettative che gli altri avevano su di me.

100 giorni per capire che ad una vita sicura se ne può preferire una  instabile ma ma più  felice.

100 giorni per conoscermi in un viaggio che ha segnato una fine e un nuovo inizio

100 giorni a volte sembrano essere una vita intera

domenica 8 giugno 2014

Don't think twice is all right




Etsy Craft Party,  Photo by AR10 © All rights reserved



It ain't no use to sit and wonder why, babe
It don't matter, anyhow
An' it ain't no use to sit and wonder why, babe
If you don't know by now
When your rooster crows at the break of dawn
Look out your window and Ìll be gone
Yoùre the reason Ìm trav'lin' on
Don't think twice, it's all right





Settimana lunga, intensa, faticosa ma anche piena di soddisfazioni.
E poi sabato sera te ne torni a casa da sola, finalmente accompagnata solo dal rumore dei tuoi pensieri e dal profumo dei gelsomini....

Etsy Craft Party,  Photo by AR10 © All rights reserved
E realizzi che finalmente è estate, cammini verso casa leggera, i locali sono pieni, non è nemmeno mezzanotte, tu stai crollando dal sonno ma per il resto del mondo è sabato sera. E dal giardino di un locale a pochi passi da casa note di una canzone che conosci più che bene, che ti ricordano lunghe adolescenze e viaggi in macchina con tuo padre, e dietro il cancello il sorriso di qualcuno incontrato solo 24 ore prima ma che già ti sembra di conoscere, qualcuno che percorre con te gli ultimi pochi metri fino a casa... e a volte quando ti senti stanca e leggermente smarrita non c'è nulla di meglio che fare quattro passi con un quasi sconosciuto annusando l'estate, che tinge tutto di speranza, e ti ricorda che va tutto bene... più che bene. Che ogni giorno è un nuovo incontro, che ogni passo senti sempre di più che la direzione è quella giusta, anche se non sai nemmeno benissimo dove stai andando. Perché ci stai andando contenta e in ottima compagnia, perché a ogni sosta stai incontrando persone che fanno un pezzetto di strada con te, e che ti raccontano le loro storie, che tu custodisci come un tesoro, nella tua bella valigia piena di colori e cartoline vecchie che diventano nelle mani degli altri nuove storie, come quelle che abbiamo realizzato venerdì al laboratorio. 



Etsy Craft Party Photo by AR10 © All rights reserved
E allora grazie alla vita, grazie a tutte le donne e gli uomini che camminano sorridendo per la loro strada e che quando incrociano la tua trovano un po' di tempo, fosse un anno un giorno o un frammento di secondo, per camminare un pezzo insieme o fermarsi a ristorarsi un po' o solo salutarsi con la mano.







venerdì 11 aprile 2014

Riportando tutto a casa

E così sono di nuovo a casa... mentre inizio a svuotare la valigia (processo che nel mio caso inizia almeno due giorni dopo il rientro e può durare anche un mese, ammesso che io ci stia un mese di fila a casa. In effetti spesso la finisco di svuotare solo quando è il momento di riempirla di nuovo)  ripercorro mentalmente le quasi tre settimane passate fuori casa... Sembra assurdo che siano passate solo tre settimane, sembra di essere fuori da almeno tre mesi... i posti visti, i letti in cui ho dormito, gli amici vecchi e nuovi, le attività, i lavori svolti, la valigia fatta e rifatta lasciando pezzi in giro, prendendone di nuovi, con tanto di teatrini surreali in aeroporto per riuscire a far star dentro tutto...


Questo viaggio racconta molto bene la piega sorprendente che ha preso la mia vita da quando, alla fine del 2011 ho messo un paio di scatoloni e borse in macchina e ho lasciato la Città Eterna per spiccare finalmente il volo. Destinazione: Lecce! Un master, sei mesi, massimo nove, poi torno.... le ultime parole famose. Da allora non mi sono più fermata! La mia base è rimasta qui, in Salento, terra meravigliosa, terra di confine, e nel frattempo ho costruito tante cose, ho viaggiato, mi sono formata, ho iniziato a collaborare con alcune splendide realtà del territorio, dividendo la mia vita tra lente pedalate tra gli ulivi e corse frenetiche tra treni e aerei.

Da qualche tempo sto pensando di aprire un blog, per parlare di me, di quello che faccio, ma anche di quella che sono, una giovane donna ormai quasi trentenne che insieme ad altri uomini e donne cerca un futuro diverso per sè e per il mondo che la circonda.

E così ho deciso di iniziare raccontando questo viaggio, per dare un consistente assaggio di me e di ciò che mi sta intorno... e quindi bando alle chiacchiere proviamo a iniziare con ordine, a presentarmi:

Mi chiamo Ginestra,  ho 29 anni (ancora per pochissimo) e da due anni dedico la mia vita all’associazionismo, dividendomi tra attività sul territorio e viaggi in giro per l’europa, sono in formazione costante e sto iniziando a formare anche altri, come ben racconta questa cronaca di viaggio.

Il 19 marzo, alle 11 della mattina Sara (è un nome che sentirete spesso, molto spesso, ma di Sara parleremo più avanti) passa a prendermi sotto casa, per portarmi alla stazione,

destinazione: Perugia

obiettivo: ultima fase del progetto K-Values un progetto europeo di formazione per formatori, in cui ho appreso a condurre laboratori di Digital Storytelling.
Per i prossimi 10 giorni sarò a casa di Marta, a Bastia Umbra, dove faremo il piloting, cioè ci metteremmo finalmente alla prova come formatrici, conducendo un laboratorio per 6 giovani disoccupati/precari.

Il viaggio in treno è lungo, lunghissimo, ma il tempo mi scivola leggero tra le dita. In treno mi sento sempre a posto con me stessa, cullata, rassicurata.
Avrei molto da lavorare, una volta lavoravo come una macchina in treno, e se proprio devo so farlo ancora, ma se posso preferisco rimanere in silenzio a fissare il mondo che scivola fuori dal finestrino, magari scrivendo un po’. Alle otto della sera sono finalmente a Foligno, Marta mi aspetta alla stazione leggera e sorridente, con la mia stessa ansia ma anche il mio stesso entusiasmo per la nuova sfida.

E forse a questo punto è il caso di aprire una breve parentesi sul digital storytelling, giusto per seguire meglio: trattasi di un breve racconto personale, per l’appunto digitale, una registrazione vocale, corredata da immagini, su un tema preciso, nel nostro caso le competenze professionali, formali e non.
Dunque il nostro ruolo è di facilitazione: tramite una serie di attività non formali aiutiamo le persone a concentrarsi sulla loro storia, e a scriverla in maniera sintetica e personale, dopodiché li accompagnamo durante tutto il processo dalla registrazione audio, selezione delle foto, montaggio, fino ad arrivare allo sharing, dove si guarda insieme il risultato del lavoro.

E così mi sono fermata dieci giorni in  Umbria, il laboratorio si è svolto nei due fine settimana, il primo dedicato alla scrittura della storia, il secondo al montaggio e alla valutazione finale.
Potrei parlare ore dei partecipanti, dell’emozione di vederli all’inizio scettici, poi intimoriti ad aprirsi e alla fine lanciati nelle loro narrazioni, ma credo che di questo parlino meglio le loro storie, quindi mi limiterò a segnalarvi i link su cui guardarle, e a dire che aiutare qualcuno a raccontare la sua storia, è una delle cose che mi emoziona di più al mondo!


Durante la settimana, oltre a lavorare con Marta, organizzare i materiali e confrontarci sul lavoro fatto e quello da fare, mi sono goduta un po’ l’Umbria, mia regione natia, eppure a me quasi sconosciuta: abbiamo preso un aperitivo in centro con Claudia, una mia vecchia conoscenza finita a Perugia per il dottorato, camminato di sera per Assisi deserta, passato la domenica a fare il periplo del Trasimeno parlando di amore, di avere 30 anni oggi, di questo paese, di noi, scoprendo affinità, intese e differenze, trasformando una collaborazione nata dalla casualità in un’amicizia che già promette di diventare solida e profonda. E per finire in bellezza è venuta a trovarmi la mia mamma... il mio modello, il mio punto fermo, la donna che sempre mi ha spronato ad andare, a crescere, a formarmi, ad affrontare con coraggio ogni sfida, ogni fallimento, ogni nuovo inizio, e soprattutto a lasciare Roma e trovare le mie ali. Salutare Marta, la mamma, il papà, il fratello, il nonno, il cane, che in questi giorni mi hanno fatta sentire di famiglia, nutrita e coccolata, non è per nulla facile... ai saluti non ci si abitua mai... il positivo però è che ogni chilometro che ti allontana da un posto dove sei stato bene ti avvicina al prossimo obiettivo.

E così il 28 sera, tempo di chiudere il laboratorio e bere ancora una cosa con Marta e Claudia, salgo sul regionale Perugia-Firenze. L’indomani devo essere a Milano in mattinata, così approfitto per passare una notte dal mio amico Luca.

Luca è una delle persone più dolci e solari che abbia mai incontrato, mi accoglie alla stazione con la sua bici arrugginita e un sorriso che odora di Sicilia, la terra di sua madre, la terra in cui ci siamo conosciuti.... in effetti è la prima volta che ci vediamo fuori dalla nostra piccola isola, ci siamo conosciuti 2 anni fa, anche se sembra già una vita, durante il festival del cinema di Lampedusa (e anche di questo parlerò prima o poi) e da quel momento siamo diventati una bellissima grande famiglia, e quell’isoletta in mezzo al nulla e pure al centro di tutto è diventata la mia seconda casa.
 L’aria è tiepida, quasi primaverile, ci perdiamo tra le viuzze del centro, in un silenzio irreale, parlando di tutto e niente, mangiamo sushi discutendo di politica e amore, e poi ancora a passi lenti e allegri ce ne andiamo a casa. Gli faccio vedere i miei giochi, gli regalo una conchiglia e una scatola aperta di cioccolatini, ci addormentiamo alle due del mattino eppure la mattina alle sette mi sveglio riposatissima.... colazione al sole e poi ancora in treno, altro giro altra corsa.



Milano vicino all’Europa, Milano che banche, che cambi, Milano gambe aperte, Milano che ride e si diverte..... scendo dal treno e sono già in metro, destinazione fieramilanocity, obiettivo “Fa la cosa giusta” la fiera sul consumo critico organizzata da Terre di Mezzo. Lì mi aspetta Carlo, per i prossimi due giorni saremo lì a promuovere il turismo sportivo e sostenibile, il nostro magnifico territorio, e un viaggio bike&boat costruito insieme, Salentobicitour e Oltrevela. Due giorni intensi, di relazioni, ma anche esplorazioni e scoperte, conosciamo i ragazzi che curano il blog Viaggiverdi, i giovani volontari della grande fabbrica delle parole e tanti altri...

E poi la sera un po’ di movida, un po’ di tempo con i miei amici romani emigrati qui, persone che mi sono accanto dai tempi del liceo, e che la distanza non allontana mai, e già che ci sono prima di ripartire anche un po’ di vita familiare... a casa col mio adorato zio Paolo, uno dei tre fratelli di mamma, la sua fantastica moglie e i miei 4 cuginetti. Mi piace Milano, di solito i romani non amano questa città, e invece a me mette allegria, mi ricorda momenti felici, intensi, mi piace prendere la metro e sorprendermi che passa puntuale e non si rompe ogni due giorni, mi piacciono i vecchi tram e i locali. E paradossalmente la sua frenesia mi rilassa...
Tanto che arrivata fin qui, di andare a Copenaghen non ho più tanta voglia, me ne resterei con la famiglia ancora un paio di gg, e poi me ne tornerei a casetta mia. Ma Copenaghen è qualcosa che desidero da quando avevo 16 anni, volevo andarci col mio amico Pedro, compagno di scuola e di avventure adolescenziali, a fare un viaggio tenda e zaino... poi gli anni sono passati, siamo stati insieme in Salento, in Libia, e in tanti altri posti, ma a Copenaghen mai... ironia della sorte adesso lui ci vive, quindi prima di iniziare il lavoro me ne starò un paio di giorni con lui.

2 aprile. Sveglia alle 4 del mattino, treno, aereo, metro, bus e sono all’università, completamente bollita dal sonno ma così felice di vedere il mio vecchio amico mentre mi fa vedere il laboratorio in cui fa il suo dottorato, le sue belle formichine che se ne stanno in una scatolina a costruire funghi e farsi studiare... sembra proprio abbia trovato la sua dimensione. Come molti altri di noi che se ne vanno a studiare e lavorare via di qui. Purtroppo. E la Danimarca è una meta piuttosto ambita per i giovani in cerca di un futuro, borse di studio, sussidi, un’università pazzesca... ho visto genitori ventenni con biciclette piene di bambini ovunque, altro che crescita zero, quelli figliano come i conigli! Beati loro che possono permetterselo....

E così riflettendo su questi temi cari alla mia generazione me ne sono andata in giro per la città, senza meta, senza appuntamenti, sola con i miei pensieri, il mio sonno e l’entusiasmo di potermi per qualche ora perdermi in una città sconosciuta in perfetta solitudine... ho camminato su e giù per l’orto botanico, pranzato in un locale del centro e scoperto lo splendido pane nero danese, e poi sono tornata all’università a prendere Pedro, e finalmente a casa, un tè, due coccole sul divano, la cena, filmetto a letto, mi hanno rimesso al mondo!

Mi sveglio presto ma riposatissima, miracolo c’è il sole! E una giornata tutta da passare con Pedro, e la Sara e Stefano, compagni di avventura del team Italiano, appena arrivati dopo una notte a Malpensa... la giornata si srotola felicemente tra un giro a Cristiania, un caffè sul prato lungo i laghi, e intense discussioni sulla politica italiana, la parità di genere e le relazioni uomo donna in Danimarca e al sud Italia, alla fine tutti conveniamo sul fatto che un uomo che ti apre la porta e ti prende le buste della spesa non necessariamente è un maschilista, e che certe donne stanno diventando troppo aggressive, e questo è insano tanto quanto il machismo...

E chiacchierando chiacchierando se ne va il mio ultimo giorno libero.... è ora di spostarsi nella casa del grande fratello, alias l’appartamento nel quale per i prossimi 3 giorni saremo chiusi con 5 danesi e 2 polacchi per discutere il soggetto del documentario che gireremo nei prossimi mesi tra Copenaghen, Lecce e Cracovia, nell’ambito del progetto Youthfor change.


Ecco che si apre l’ultimo capitolo di questo lungo viaggio, l’ultimo progetto da avviare prima di ritornare a casa a rimettere insieme i pezzi: conosciamo i ragazzi del team Danese, Marina, Ane, Mads e Stefan e i polacchi Kuba e Paulina. Per tutto il fine settimana discutiamo i contenuti del documentario che gireremo nei prossimi mesi, il piano di lavoro e gli obiettivi che vogliamo raggiungere. Diventiamo finalmente una vera squadra, ci separiamo con la convinzione che il lavoro dei prossimi mesi sarà intenso ma anche avvincente.



E il 7 mattina, alle sei, la sveglia che suona, il freddo fuori, un letto caldo da lasciare a malincuore e al contempo la prospettiva di rotolare finalmente verso sud, tornare a casa mia, magari al sole... beh non vedo l’ora....

Ci vogliono appena 16 ore per essere finalmente nel mio appartamento, a iniziare a svuotare la valigia, a riambientarmi, a riabbracciare i miei fantastici coinquilini, a scrivere questo blog che da qui in poi si propone di raccontare, attraverso episodi della mia vita, tutta una generazione che si muove, che prova a costruire un mondo diverso......


E speriamo sia un viaggio appassionante e che nuovi compagni vogliano seguire questo cammino con me!