martedì 29 aprile 2014

Mal di terra...

Io non credo di appartenere alla terra...
Ma in realtà sì
Perché la terra è femmina.. il mare è maschio
E come due rette parallele si incontrano all’infinito ma non si fermano mai insieme
Il loro incontro è movimento, e senza quell’incontro nessuno dei due esisterebbe
Non ci sarebbe quel limite che ci definisce tutti
Ma la cosa bella è che quel limite è informe e destinato ad essere infinitamente variabile
Come il maschile senza il femminile
La terra senza il mare sarebbe infinita, e infinitamente triste
Il mare senza la terra sarebbe ingovernabile e si distruggerebbe da solo
Io appartengo alla terra ma ho bisogno del mare
E quando sono in mare ogni dolore, ogni tormento, ogni preoccupazione scivola via
Ma poi devo tornare a terra
E non mi ci abituo mai davvero

Il mal di terra non è altro che la prova di essere vivi
E in quanto vivi limitati ed incompleti

...in continuo movimento


e destinati ad incontrarsi e perdersi all’infinito...

2 commenti:

  1. ma forse noi siamo anche infinitamente cangianti, sia terra che mare, sia maschi che femmine, con la paura di essere infiniti, che ci fa correre a darci limiti a trovare barriere regole muri. E poi l'esultanza dello spazio aperto, la meraviglia dell'interminabile! che vertigine! e che rifugio, tornare allora, ricchi della scoperta "tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto". un abbraccio di battigia

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    1. Grazie Claudio,
      riesci sempre ad emozionarmi, ad arricchire le mie parole con le tue, leggendo il non scritto e fermandoti ad esplorare gli angoli nascosti con la tua saggezza....
      la paura di essere infiniti... se ne potrebbe parlare per mesi... oppure affidarci alla dolce saggezza del vecchio Nelson che l'ha detto splendidamente:

      "La nostra paura più profonda

      non è di essere inadeguati.

      La nostra paura più profonda,

      è di essere potenti oltre ogni limite.

      E’ la nostra luce, non la nostra ombra,

      a spaventarci di più."

      (N.Mandela)

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